L’idea di costruire un termovalorizzatore a Crotone, in un territorio già martoriato dal punto di vista ambientale, è fuori da ogni logica.
Abbiamo bisogno di una visione per gestire il ciclo dei rifiuti
L’idea di costruire un termovalorizzatore a Crotone, in una delle province più piccole d’Italia, è assolutamente fuori da ogni logica di tutela della salute dei cittadini e di conservazione della salubrità del territorio in cui viviamo. Il territorio di Crotone, forse è bene ricordarlo per l’ennesima volta, è già stato martoriato dal punto di vista ambientale con la presenza della più grande discarica della Calabria con più di 6-7 milioni di metri cubi di rifiuti interrati, un inceneritore per rifiuti ospedalieri, tre centrali a biomasse, i siti inquinati dell’ex area industriale, i pozzi di estrazione in mare, una centrale turbogas (solo per citare alcuni esempi).
Non è assolutamente concepibile pensare di risolvere la questione dello smaltimento di rifiuti aggiungendo al danno anche la beffa. Un termovalorizzatore a Crotone? A questo punto tanto vale decretare ufficialmente la morte della nostra città. Il termovalorizzatore, per essere economicamente sostenibile, dovrà bruciare rifiuti provenienti da tutte le parti d’Italia e provocherà una serie di danni incalcolabili alla salute ed all’ambiente.
Addio turismo, addio vocazione culturale, addio economia. Addio definitivo alla nostra salute.
Gli amministratori e l’ATO di Crotone devono assumersi le proprie responsabilità e proporre soluzioni percorribili che siano in linea con l’economia circolare e con una visione di sviluppo da realizzare nel rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Nel futuro di Crotone non c’è spazio per un termovalorizzatore.
Un’altra Calabria è possibile. Un’altra Crotone è possibile.