L’italia sociale
Periferie, partecipazione, democrazia
Le città sono i luoghi di massima concentrazione di popolazione, attività e servizi ma anche la sede delle maggiori diseguaglianze. Intendiamo rendere le città più belle, più accoglienti, con più servizi, combattendo le diseguaglianze e assicurando a tutti il diritto di vivere in un ambiente sano, con servizi e edifici efficienti, accessibili, garantendo spazi adeguati, tutelando l’identità storica e culturale delle comunità. Intendiamo promuovere la realizzazione della città pubblica sottraendo gli spazi liberi alla speculazione edilizia per restituirli ai cittadini, mettendo in evidenza il fallimento di un modello di sviluppo che ha dilatato le città, impoverendole di servizi e spazi comuni.
Le cittadine e i cittadini sono spesso dimenticati quando abitano in luoghi periferici. L’emarginazione, la scarsità di verde e servizi, il degrado urbanistico-edilizio caratterizzano luoghi definiti periferici per la lontananza dal centro e dai servizi elementari. Sono spesso luoghi dove degrado sociale e degrado ambientale convivono.
Proponiamo che
- venga data dignità e sicurezza ad ogni cittadina e cittadino, ad ogni luogo, anche attraverso opere semplici come la manutenzione, la pulizia, il restauro degli edifici, la piantumazione degli alberi. Segregazione e insicurezza sono alimentate dal degrado.
- Si creino delle centralità urbane periferiche, con piazze e luoghi d’incontro che facciano vivere nel quartiere anche il più periferico, un senso di identità e di appartenenza. Che ogni periferia, oltre ad avere i servizi necessari allo svolgimento della vita quotidiana (con le dotazioni previste nella città dei 15 minuti) sia dotata di una specificità di livello urbano che la caratterizzi (teatro, biblioteca, museo, parco…) che crei in tal modo un’interdipendenza con le altre parti del territorio.
- Dialogare con le associazioni di settore per favorire il passaggio da una mentalità assistenzialista che priva di autonomia le persone con disabilità alla inclusione sociale attraverso semplificazione amministrativa, abbattimento delle barriere architettoniche, sensoriali e culturali, potenziamento dei servizi a supporto delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
- Deve essere promossa la mobilità dolce, elettrica e ibrida privata e pubblica, le reti di piste ciclabili vanno allargate e collegate a quelle del cicloturismo, l’ampliamento delle aree pedonalizzate e la realizzazione di percorsi in sicurezza anche per le bambine e bambini.
- Intendiamo contrastare i riscaldamento globale destinando a verde e boschi urbani le superfici ancora inedificate nelle città, definendone i confini con cinture boscate, restituendo bellezza, contrastando le ondate di calore, la emissione di CO2, l’inquinamento dell’aria, proteggendo i servizi ecosistemici forniti dalla natura; conservazione ed estensione di aree umide sono fondamentali per rendere la città resiliente e resistente a possibili alluvioni lampo e fenomeni atmosferici estremi, che saranno sempre più frequenti. Coperture vegetali dovrebbero essere maggiormente incentivate nell’edilizia privata, per ridurre la velocità di deflusso delle acque e ridurre l’impatto dell’inquinamento.
- Piani decentrati per l’autonomia energetica da fonti rinnovabili, con rottamazione di caldaie e stufe inquinanti, per l’abbattimento delle polveri sottili e degli inquinanti nocivi specie per la salute delle bambine e dei bambini.
- È nostro obiettivo primario difendere i beni comuni da idee di privatizzazione e cartolarizzazione, a cominciare dall’acqua e dai beni storici, dai paesaggi alle spiagge, da quelle parti di città che in nome della “rigenerazione”, vengono consegnati alla speculazione, privando i cittadini di beni costitutivi del patrimonio pubblico nazionale e che devono essere trasmessi alle generazioni future.
Diritto alla casa
In molte città italiane il diritto all’abitare non è più garantito.
Tanto il prezzo di acquisto di una casa, quanto il costo di un affitto, sono ormai proibitivi per salari e stipendi troppo bassi.
Questo rappresenta un grave ostacolo allo sviluppo economico, oltre che la negazione di un requisito fondamentale della cittadinanza.
Noi riteniamo che la migliore soluzione praticabile a questo problema sia il rilancio dell’edilizia residenziale pubblica, che le politiche degli ultimi decenni hanno di fatto smantellato nella sua dimensione di welfare diffuso, relegandola ad una dimensione meramente assistenziale ed emergenziale.
La nostra proposta è che innanzitutto si crei un fondo per l’acquisizione degli immobili posti a garanzia di crediti deteriorati nel sistema bancario, al prezzo di cessione di questa categoria di NPL.
In questo modo lo Stato potrebbe rapidamente entrare in possesso di un importante patrimonio immobiliare, senza contribuire al consumo di suolo per la realizzazione di nuovi edifici.
Vogliamo inoltre che importanti risorse aggiuntive vengano messe a disposizione degli enti locali, per l’adeguamento e il ripristino dell’attuale dotazione di case popolari, con particolare attenzione all’efficientamento energetico.
Vanno poi rifinanziati i fondi destinati a contestare gli sfratti per morosità involontaria, e abolito l’art. 5 del decreto Lupi.
Vogliamo porre dei limiti al fenomeno degli affitti brevi per contrastare l’emergenza abitativa, soprattutto nelle grandi citta.
Per questo proponiamo che ai Comuni sia data la facoltà di individuare la soglia massima di posti letto destinabili ad affitti brevi, comunque con un limite massimo pari al 20% della popolazione residente.
Riteniamo inoltre che i locatari debbano essere in possesso di una licenza comunale, con rotazione ogni 5 anni tra i richiedenti.